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ARCHIVIO dei grafici

la storia della pandemia COVID-19 in Italia
(sulla base dei dati forniti giornalmente dal Dipartimento della Protezione Civile)


“Un’epidemia è un fenomeno sociale: essa si combatte sul territorio” (E.Burgio, M.Nacoti)


L’evoluzione della pandemia di COVID-19 si può dividere in 4 periodi temporali: 1) dal 24 febbraio 2020, che è la data in cui il Dipartimento della Protezione Civile (DPC) ha iniziato a diffondere i dati della pandemia, fino al 31 luglio 2020; 2) dal 1° agosto 2020 al 30 giugno 2021; 3) dal 1° luglio 2021 al 3 giugno 2022; 4) dal 1° giugno 2022 fino ad OGGI.

In questo ARCHIVIO trovate i grafici relativi ai primi 3 periodi. Il primo periodo è quello che è stato chiamato Prima Fase o, dai media, Prima Ondata. Il secondo periodo su questo sito-web è stato chiamato Seconda Fase (da molti media in questo periodo sono state individuate per lo più una seconda e una terza ondata). Il terzo periodo, o Terza Fase, è stato delimitato dal momento in cui i contagi, alle soglie dell’estate del ’22, si erano grandemente ridotti.

I grafici qui raccolti sono quelli dei CONTAGI, poi quelli delle OSPEDALIZZAZIONI e poi quelli dei DECESSI.
Per ognuna delle tre categorie si susseguono i grafici in ordine cronologico, a rendere chiara la storia. Inizialmente, la pagina non sarà completa, poi man mano aggiungeremo alcune riflessioni, è un lavoro in progress.

I grafici riguardano l’intero territorio nazionale; a seguire ci saranno i grafici che documentano più in dettaglio la storia della pandemia nelle singole Regioni.


I grafici, più delle parole, mostrano con chiarezza l’evoluzione di una pandemia: ricordiamolo, l’allarme che qui fu lanciato nei primi giorni di settembre del 2020 fu dettato proprio dalla lettura dei grafici e si è concretizzato con impressionante rapidità.



TERRITORIO NAZIONALE


Nei grafici contenuti in questa sezione, sull’asse orizzontale delle x sono indicati i giorni numerati progressivamente (questo è necessario quando la scala sull’asse verticale è logaritmica) oppure sono indicate le date (con giorno, mese e anno); sull’asse verticale delle y sono indicati i numeri degli individui, i valori mostrati possono essere i numeri assoluti, oppure, così come è usuale, sono i numeri “n” calcolati in proporzione ad una popolazione di 100.000 o di 1 milione di individui, per rendere confrontabili grafici riferiti a popolazioni di aree o regioni diverse (dunque n=N/P*100.000; dove P indica la popolazione del territorio in esame).
ATTENZIONE: Tutte le immagini possono essere visualizzate singolarmente (cliccando col tasto destro) e ingrandite per essere meglio esaminate.


CONTAGI


Argomento assai spinoso, perché la rilevazione dipende da condizioni molto variabili nel tempo e soprattutto da zona a zona del territorio, e dalle modalità e dalle capacità di effettuare i test e di comunicare i risultati (da parte delle singole strutture regionali, assai diverse tra di loro). Per questi motivi (in realtà chiaritisi maggiormente nel corso del tempo), nei primi giorni di marzo del 2020, nelle prime edizioni di questo rapporto sulla Covid-19, avevamo rinunciato ad esaminare i contagi complessivi o i nuovi casi positivi giornalieri.


NUOVI CASI POSITIVI


Cominciamo con i Nuovi Casi Positivi rilevati nell’arco della giornata, giorno per giorno. Il grafico relativo al Periodo 1 della Pandemia (qui sotto a sinistra) mostra numeri assoluti molto bassi, perché all’inizio si tendeva a non fare molti tamponi (per precisa disposizione del Ministero della Salute - sic!) e non c’era nemmeno la capacità tecnica di eseguirne in gran numero. È molto probabile che i numeri reali dei contagiati fossero circa 10 volte di più e che ce ne fossero già dal gennaio del 2020 (in alcune zone dell’Italia settentrionale).



In questi 3 grafici vediamo l’andamento giornaliero dei Nuovi Casi positivi sul Territorio Nazionale, con i numeri assoluti, cioè i numeri reali, e in scala naturale.

In questi grafici è indispensabile rendersi conto subito del particolare “andamento oscillatorio” dei dati, con periodo settimanale (da cui si capisce che è insensato soffermarsi su percentuali in più o in meno da un giorno all’altro, come si è incaponita a fare la totalità dei giornalisti e dei media). Il periodo settimanale, a nostra conoscenza, non è stato mai spiegato, ma è senz’altro collegato alla modalità di raccolta e trasmissione dei dati rilevati dalle ASL territoriali. Qui, allora, è stata sovrapposta una linea continua in rosso che congiunge, per ogni giorno x, i valori ottenuti facendo la media [mobile] sui 7 giorni, da 3 prima a 3 dopo del giorno in questione (in breve è detta “centrata”), sì da smussare le oscillazioni.

Attenzione: bisogna fare attenzione alle scale diverse sull’asse verticale. Se avessimo usato la stessa scala, e cioè, ad esempio, quella del terzo grafico, sarebbero stati illeggibili gli andamenti del periodo 1 e 2, così come è illeggibile quello della crescita estiva del 2021, che all’epoca ci aveva dato preoccupazione: è la impercettibile gobba della parte di sinistra del terzo grafico.
Passiamo a vedere un nuovo indice: l’Incidenza dei Casi Positivi su 14 giorni.



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INCIDENZA SU 14 GIORNI


Per migliorare l’esame di dati che hanno fluttuazioni e irregolarità, una possibilità utilizzata soprattutto dagli epidemiologi è quella di considerarne l’incidenza cumulativa su 7 o su 14 giorni, su 100k di popolazione (cioè semplicemente sommando i valori della grandezza in esame sui 7 o 14 giorni precedenti al giorno x e rapportando il risultato a 100 mila abitanti, la qual cosa permette di fare raffronti tra territori o aree geografiche con una popolazione diversa).
Se ne traggono curve più smussate e leggibili. Quelle su 7 giorni sono più pronte a seguire l’evoluzione di un fenomeno e vengono usate quindi nel vivo dell’attualità (queste curve sono del tutto simili a quelle delle medie mobili, viste sopra). Quelle su 14 giorni sono più lente e sono più adatte a mostrare gli andamenti nel lungo periodo. L’aspetto complessivo, comunque, è più o meno lo stesso.
Mostriamo l’incidenza su 14 giorni, qui di seguito:

SCALA NATURALE


I tre grafici qui mostrati sono in scala naturale e le tre scale sono, anche qui, necessariamente assai diverse.
Il grafico del periodo 1 non è particolarmente interessante, perché, come già detto, il numero dei casi positivi rilevati in quel periodo è poco attendibile; comunque, già dai mesi di aprile-maggio 2020 si cominciò ad effettuare un numero via via crescente di tamponi e si arrivò ad una media di 50 mila tamponi al giorno. Questo numero comprende (ancora oggi) anche i tamponi ripetuti sugli stessi soggetti e solo dal 26 giugno 2020 sono stati conteggiati a parte (e riportati dal DPC come “casi testati”) i tamponi fatti per la prima volta. Questo numero dei Casi Testati è quello su cui deve essere calcolato il Tasso di Positività, ma purtroppo viene calcolato sul numero totale dei Tamponi. Per mesi e mesi abbiamo tentato di stare dietro al vero Tasso di Positività, pubblicando i relativi grafici, ma abbiamo dovuto rinunciare dopo che la grande diffusione dei Tamponi Antigenici e la confusione che ne è derivata nel conteggio, tra regione e regione, ha reso del tutto inattendibili i numeri comunicati dalle strutture territoriali.

Passiamo ad esaminare il grafico del periodo 2. Ebbene, qui c’è da rilevare una cosa molto interessante. A metà del mese di agosto del 2020 (l’estate pazza delle “discoteche aperte”, in Sardegna ma non solo), i casi positivi cominciarono a crescere, ma solo con lo strumento del grafico in scala logaritmica si poté comprendere che si trattava di una crescita “esponenziale” e che quindi il fatto era serio e andava monitorato! Si osservi nel grafico del periodo 2 di sopra il tratto tra il 20 e il 30 agosto 2020: c’è una crescita, all’epoca passò forse inosservata, e certamente nella scala di questo grafico, che ha dovuto contenere il picco del 19 novembre 2020, è quasi inosservabile. Ma si veda il primo grafico di sotto, in scala logaritmica (sempre relativo al periodo 2). Si osserva immediatamente la crescita esponenziale, in quei giorni, da 179 a 189, con Tempo di Raddoppio T1 = ln2/k = 9,4 giorni...         [seguiamo questo punto nel paragrafo seguente]


SCALA LOGARITMICA


Innanzi tutto, volendo leggere una spiegazione elementare della scala logaritmica, si può vedere all’inizio del paragrafo CONTAGI nella Pagina 1 della sezione principale.
Si torni ad esaminare il grafico qui a destra e lo si confronti poi con il grafico analogo, del periodo 2, relativo ai Ricoveri totali, un po’ più sotto. Già dal 15 agosto e fino al 15 settembre 2020, l’andamento dei ricoveri è compatibile con una crescita esponenziale, in un intervallo temporale più ampio e più lenta rispetto ai contagi, con Tempo di raddoppio di 19,4 giorni. Nelle edizioni dell’epoca e con il senno di poi, a proposito di quell’intervallo di transizione (ben visibile) tra la metà di settembre e la metà di ottobre, scrivevamo: “Questo sarebbe stato il momento opportuno, immediatamente dopo le Elezioni Regionali (20 e 21 settembre 2020), per dichiarare un primo lockdown generale e, forse, annullare l’apertura della scuola (che si è rivelata ben effimera) ed evitare lo stillicidio successivo dei DPCM” (del governo Conte2). Il 13 ottobre successivo, il contagio (e i ricoveri) esplodeva con una crescita esponenziale con T = 7 giorni, che ha causato una quantità enorme di ricoveri e di decessi fino alla primavera inoltrata del 2021. Insomma, le autorità sanitarie, a livello centrale e regionale, con il supporto necessario da parte degli esperti, avrebbero dovuto ipotizzare quanto stava accadendo, operare le più urgenti modifiche strutturali e indurre le opportune azioni del governo con maggiore tempismo ed efficacia.



Altrettanto interessante è l’esame comparato dei grafici del periodo 3 (sopra a sinistra in scala naturale e qui a fianco in scala logaritmica). In questo periodo abbiamo vissuto la fase ancora piuttosto letale della variante delta del virus, nell’autunno 2021; e poi, a fine dicembre, l’esplosione senza precedenti della variante omicron, per fortuna molto meno letale.
Anche qui, l’esame del grafico in scala logaritmica ci rivela la crescita estiva, per nulla banale (7 giorni di tempo di raddoppio, in un intervallo dal 13 al 24 di luglio ’21), che passa del tutto inosservata nel grafico in scala naturale a causa della scala molto ampia (4.200), imposta dal “picco della omicron”, 5 volte più alto di quello dell’anno precedente.
Poi, andiamo ad esaminare la crescita che va dalla metà di ottobre alla metà di gennaio del 2022. Nella scala naturale, finché il grafico lo osservavamo da ottobre a metà dicembre ’21, ci sembrava seriamente in crescita, poi la scala è stata adattata al picco della omicron e la crescita precedente è risultata schiacciata. Nella scala logaritmica, ecco che ci vengono rivelati due eventi ben distinti, con un cambiamento di scenario alla fine di dicembre (il 21 dicembre). Il primo evento porta l’incidenza da 60 a 500, lentamente in 2 mesi; il secondo evento porta l’incidenza da 500 a 4.000 in 20 giorni!

Prima di passare alle ospedalizzazioni, un altro strumento merita l’attenzione: l’indice di Replicazione diagnostica RDt. Si veda introduzione e definizione nella Pagina 1 (la proposta, nel febbraio 2021, era stata dell’Associazione Italiana di Epidemiologia). Questo indice non è previsionale; è più tempestivo, però, dell’Rt ed esprime piuttosto bene le variazioni e la portata dell’evento. Quello che abbiamo adottato in questo lavoro è definito su 7 giorni, ma il confronto verrà fatto con i grafici dell’Incidenza su 14 giorni, qui mostrati.


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INDICE di Replicazione Diagnostica RDt


Si tratta di un numero adimensionale, strettamente positivo. I valori maggiori di 1 indicano una crescita mentre quelli minori di 1 una decrescita. Se questo indice fosse costante in un certo intervallo di giorni ed eguale a r (> 1), ebbene l’Incidenza su 7 giorni avrebbe in quell’intervallo una crescita esattamente esponenziale con Tempo di Raddoppio dato da T = 7 (ln 2)/(ln r). Questa espressione in alcuni casi può essere considerata approssimatamente valida in un certo intervallo di tempo, sostituendo il valore r con il valor medio, rm, di RDt in quell’intervallo. A prescindere dalle considerazioni matematiche, ci si può fare l’occhio confrontando questi grafici con quelli dell’Incidenza su 7 giorni (in breve Inc.7), come facciamo nella Pagina 1 dei grafici.
In questo Archivio abbiamo scelto di inserire i grafici dell’Incidenza su 14 giorni (in breve Inc.14), perché più utili ai fini di un consuntivo, ma il confronto ha senso ugualmente perché le due Incidenze hanno grafici simili.


Infatti, esaminiamo il grafico relativo al periodo 2, qui a fianco. In questi 2 anni abbiamo imparato a guardare (con maggiore allarme) i picchi che raggiungono almeno il valore 2. Il primo che s'incontra, dal 21 al 31 agosto, molto stretto, è proprio il picco relativo a quella crescita esponenziale dell’Inc.14 (con tempo di raddoppio di 9,4 giorni) di cui abbiamo parlato prima (incidenza che passa da 10 a 30) e che avrebbe dovuto mettere in allarme. Poi c’è la tregua di 1 mese a settembre e poi l’esplosione di ottobre, un picco più ampio, con valor medio di poco inferiore a 2 per 20 giorni circa (in scala logaritmica, vediamo che, dal 13 al 25 ottobre, i punti dell’Inc.14 si allineano bene su una retta che ha T2= 7,1 giorni) e l’incidenza passa da 50 a 500, per poi finire a 800 il 19 novembre 2020, dopo la prima sequenza di DPCM del Governo Conte.
Il picco di fine febbraio-marzo 2021 (ben visibile) non è stato molto alto, ma comunque sta a indicare una crescita che è ben visibile ed è stata esiziale. Solo da metà aprile, essendo l’RDt sceso sotto 1 e fino alla fine di giugno, c’è stata la discesa netta dei contagi, fino a valori dell’ordine di 20 nell’Inc.14.

Passiamo al periodo 3 (il grafico è qui sotto).


Tra l’11 e il 31 luglio 2021 c’è un bel picco che tocca quasi livello 2,2, alquanto stretto. Nell’Inc.14 abbiamo una crescita esponenziale assai forte, ma relativamente breve (Tempo di raddoppio T=7,1 giorni, calcolata in un intervallo di 12 giorni) [VEDI 2° grafico della scala logaritmica]. Ancora una volta non ci si fece particolarmente caso (d’estate è così) e, se guardiamo ora il 3° grafico in scala naturale, quella crescita è impercettibile... va da 20 a 150. Dopo il solito periodo di decrescita, che qui corrisponde al periodo settembre-metà ottobre ’21 nel quale si scende a 60, inizia un lungo intervallo di circa 2 mesi, da metà ottobre a metà dicembre, in cui l’indice è sopra 1 e con un valor medio di circa 1,3, con il quale, se usiamo la formula data sopra, otteniamo un tempo di raddoppio per Inc.7 di 18,5 giorni. Corrispondentemente, Inc.14 (VEDI in scala logaritmica il 3° grafico) esibisce un T2=21 giorni; nell’arco di 2 mesi l’incidenza raddoppia 3 volte e passa da 60 a 500, come già evidenziato.
L’esplosione dell’omicron arriva il 21 dicembre 2021, il picco dell’indice RDt è stretto (poco più di 10 giorni) e molto alto, tocca 2,64. Quanto all’Inc.14, anche qui, ma in 20 giorni, essa raddoppia 3 volte e va da 500 a 4.000. In termini di nuovi casi giornalieri, si toccarono picchi di 220 mila nuovi casi in un giorno, con una media settimanale che arrivò a 180 mila (VEDI 3° grafico del primo gruppo dei Nuovi Casi giornalieri).
Se la variante omicron fosse stata letale, avremmo avuto alcune decine di migliaia di vittime in più. Non ci soffermiamo sull’episodio di metà marzo-aprile 2022. Con la discesa di maggio-metà giugno siamo ritornati al valore 400 dell’Inc.14, ma all’inizio dell’estate abbiamo avuto un nuovo salto fino al valore 2.200 (media settimanale dei casi giornalieri quasi a 100 mila), come è mostrato nella pagina 1.


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OSPEDALIZZAZIONI


Questi che seguono sono i grafici relativi al numero complessivo dei ricoverati, nel corso del tempo, negli ospedali del territorio nazionale in tutti i reparti, sia di Area Non critica che di Terapia Intensiva, seguiti da alcuni grafici relativi alle sole Terapie Intensive. In sequenza, sono mostrati i 3 periodi della pandemia, dapprima nella scala naturale e poi nella scala logaritmica.


RICOVERI TOTALI

SCALA NATURALE

Ecco che nel primo grafico qui a destra abbiamo l’impatto tremendo sugli ospedali nel primo e nel secondo periodo, con punte massime fino a 33 mila ricoverati nel periodo 1 e fino a 38 mila ricoverati nel periodo 2.

Il grafico mostra sull’asse orizzontale i giorni numerati consecutivamente a partire dal 1°, che è il 24 febbraio 2020; in questo modo è possibile mostrare la curva esponenziale (puntini rossi ed equazione mostrata in alto), che nei primi giorni della pandemia approssimava bene i dati dei ricoveri e che è rappresentata da una retta nel primo grafico sotto, in scala logaritmica (quella retta, come si vede, avrebbe raggiunto il valore di 100 mila ricoverati nel giorno 18 marzo 2020, punto 24, se nulla fosse intervenuto a modificarne l’andamento).

Il periodo 2 è stato caratterizzato dai due picchi ben visibili nel grafico (in inverno e in primavera del ’21): esso ha avuto dunque la particolare gravità che per un lunghissimo periodo di 6 mesi (da novembre 2020 ad aprile 2021), negli ospedali, il valor medio dei ricoverati è stato di ben 27.600. Questo è accaduto nonostante l’avvio a fine dicembre 2020 della campagna vaccinale e il tentativo di limitare l’espansione del contagio introducendo i lockdown regionali con il meccanismo dei colori. Avere tanti ricoverati in “reparti Covid”, creati spesso in assoluta emergenza in ospedali non pienamente preparati e spostando risorse dagli altri reparti, ha determinato uno stress fortissimo sul personale e sull’organizzazione più complessiva, che apparentemente avrà bisogno di tempo per essere assorbito.


Il confronto con il secondo grafico di sotto, in scala logaritmica, è assai istruttivo (come preannunciato sopra a proposito dei contagi per il grafico dell’Incidenza su 14 giorni, sempre in scala logaritmica). Infatti, mentre la scala naturale non permette di comprendere quanto stava avvenendo durante l’estate del ’21, la scala logaritmica evidenzia chiaramente una crescita esponenziale nel periodo dal 15 agosto al 15 settembre (da cui il forte allarme manifestato all’epoca su queste pagine). Dopo un mese di relativa tregua, così come già visto per l’andamento dei contagi, ecco che dal 14 ottobre 2021 e per 2 settimane si verifica una nuova vigorosa crescita esponenziale con tempo di raddoppio di 9 giorni e mezzo. Rimane un legittimo dubbio che si sarebbe potuto e dovuto intervenire in quel mese di tempo.

Il grafico qui a sinistra, relativo al periodo 3, ha una scala diversa sull’asse verticale: per fortuna la punta massima dei ricoverati è stata di 22 mila a fine gennaio ’22, nonostante l’impennata impressionante dei contagi a causa della variante omicron. Sicuramente l’ampia copertura vaccinale raggiunta in quel momento ha protetto i contagiati dall’insorgenza della malattia più grave e dalla ospedalizzazione.
Anche in questo periodo si era verificata una forte crescita estiva dei ricoveri (da 1.000 a 5.000) con un andamento quasi esponenziale, che però durò poco e a metà ottobre il numero dei ricoverati era ridisceso a 2.500. Solo alla fine di ottobre ’21 iniziò quasi in sordina una nuova e lunga crescita. Per capire meglio, esaminiamo il terzo grafico in scala logaritmica.


SCALA LOGARITMICA




Qui abbiamo un ulteriore esempio dell’enorme utilità della scala logaritmica. Nel grafico di sopra (in scala naturale) relativo al periodo 3, si vede che a partire dalla fine di ottobre del ’21 inizia una crescita che porterà il numero dei ricoveri da 2.500 a circa 22.000 alla fine di gennaio del ’22. L’esame del grafico in scala logaritmica, qui a fianco, rivela che si è trattato di due crescite diverse: entrambe esponenziali, ma con un cambiamento di passo (aumento dell’angolo della retta) il 24 dicembre 2021. Abbiamo visto questo un cambiamento analogo, 3 giorni prima, il 21 dicembre, nell’andamento della Incidenza dei Nuovi Casi su 14 giorni, dovuto all’esplosione della variante omicron. Dunque l’enorme espansione del contagio a causa di questa variante ha avuto una ricaduta immediata sulle ospedalizzazioni. Il tempo di raddoppio si è accorciato, si guardi il grafico: nel primo periodo di 56 giorni si passa da 3 mila a 10 mila, nel secondo periodo di 20 giorni da 10 mila a 20 mila. Questo aumento più rapido dei ricoveri ha riguardato, però, la sola Area Non Critica dei reparti Covid, ma non i reparti di Terapia Intensiva. Infatti, andiamo a confrontare questi con i grafici dei ricoveri in Terapia Intensiva. Qui a seguire...



RICOVERI IN TERAPIA INTENSIVA

SCALA NATURALE


I grafici dei ricoveri in Terapia Intensiva relativi ai periodi 1 e 2 seguono grosso modo andamenti del tutto simili a quelli dei Ricoveri Totali, per cui riteniamo superfluo il pubblicarli qui. Ci limitiamo dunque al periodo 3, perché si capisce immediatamente che la variante omicron ha determinato forme della malattia non così gravi da richiedere il passaggio alla T.I.; nell’estate del 2021 l’occupazione delle intensive era all’11,6% del totale dei ricoveri, al picco di gennaio 2022 erano al 7,8% e nel mese di aprile ’22 sono scese al 4,1%.
La crescita dell’autunno-inverno ’21, nel grafico qui a fianco, può sembrare del tutto simile a quella dei Ricoveri totali nello stesso periodo, ma scopriamo che non lo è, se osserviamo il grafico in scala logaritmica.
Vedi sotto...



SCALA LOGARITMICA


Ecco che il grafico qui a fianco è diverso da quello che abbiamo commentato sopra, relativo ai Ricoveri totali. La crescita esponenziale non cambia passo intorno al 24 dicembre 2021, essa rimane compatibile con la stessa retta, dunque la stessa pendenza, nell’intero intervallo dal 20 novembre ’21 all’11 gennaio ’22. Il tempo di raddoppio è quello lungo, T=32,5 giorni, come per la crescita autunnale dei ricoveri. Non c’è stato un effetto sui ricoveri in Terapia Intensiva da parte della diffusione esplosiva della variante omicron, che ha fatto aumentare solo i ricoveri in Area Non critica.
Si noti poi la decrescita abbastanza netta nei mesi di aprile e maggio 2022 fino ad arrivare quasi al valore di 200 posti occupati in T.I. sull’intero territorio nazionale.


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Non rimane ora che mostrare la storia dei decessi...



MORTALITÀ


Lo abbiamo detto più volte, questa è la parte assai dolorosa della storia della pandemia di Covid-19.
L’Italia ha avuto senz’altro uno dei più pesanti bilanci tra le nazioni del mondo relativamente alla mortalità, e cioè il numero delle persone decedute rapportato alla popolazione, ma anche in termini assoluti: è ottava, dopo USA, Brasile, India, Russia, Messico, Perù e UK. Qui di seguito, nel primo grafico è mostrato l’andamento della mortalità nell’insieme dei tre periodi, fino al 31 maggio 2022; poi seguono 3 grafici relativi ai 3 periodi, nei quali è mostrato l’andamento del numero totale dei deceduti (questa volta in termini assoluti).

Il balzo iniziale è impressionante, perché in soli 3 mesi si verificano circa 34 mila decessi. Ma nel secondo periodo, in 7 mesi, dalla metà di ottobre 2020 alla metà di maggio 2021 si arriva quasi ad un totale di 90 mila decessi. Ed ancora, nel terzo periodo, in 5 mesi, da metà dicembre 2021 a metà maggio 2022 si verificano altri 30 mila decessi. Pressoché tutti i commentatori, nel dibattito pubblico, presentano la consolatoria spiegazione di un paese dove si vive a lungo, con uno dei più alti tassi di vecchiaia dei propri cittadini, ed è innegabile che la stragrande maggioranza dei deceduti ha un’età superiore agli 80 anni e con altre patologie preesistenti.
È assai rilevante, poi, la caratteristica italiana che abbiamo messo in luce a pagina 1 di questa sezione. Si può calcolare con una certa approssimazione che, dal 1° luglio 2021 alla fine di novembre 2022, circa 3 su 5 dei decessi NON siano avvenuti in ospedale, dunque in casa o in RSA. Proveremo ad aggiungere qualcosa a questa prima valutazione.





MORTALITÀ SETTIMANALE


Ecco qui che presentiamo in un solo grafico la sintesi più eloquente di come sia stata la storia della Covid-19 in Italia. Si tratta della mortalità settimanale, che è un indice che permette di giudicare immediatamente, a colpo d’occhio, come siano andate le cose in un paese relativamente ai decessi.
Per ottenere questo indice, si sommano i decessi nell’area geografica in considerazione nell’arco della settimana precedente a ciascun giorno (che è la variabile temporale) e si rapporta il totale alla popolazione di quell’area, esprimendo il rapporto su 100 mila. Ricordiamo che la mortalità si può considerare nella normalità se si registrano valori al di sotto di 1 di questo indice, mentre al di sopra di 2 si può cominciare a parlare di qualcosa di straordinario.
I punti di demarcazione della nostra suddivisione in 4 periodi (per ora) sono il agosto 2020, il 1° luglio 2021 e il 1° giugno 2022. Proprio questo grafico ci ha suggerito questa scelta.
Quello che salta agli occhi immediatamente è l’impennata iniziale nel primo periodo; la consistenza, in altezza e durata, dell’andamento nel secondo periodo, in particolare la forte risalita nell’aprile del 2021, pur dopo 3 mesi di campagna vaccinale; e la relativa minore incidenza nel terzo periodo, ma qui se ci soffermiamo sui due mesi di gennaio e febbraio dell’inverno del 2022, non si può non mettere in evidenza che si registra un’incidenza ancora molto alta in presenza di una campagna vaccinale oramai arrivata per una buona percentuale di persone alla terza dose.


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MORTALITÀ NELLE REGIONI


È opportuno passare subito qui al confronto tra le Regioni. Relativamente alla mortalità complessiva, i grafici sull’intero periodo della pandemia fino ad OGGI continueranno ad essere mostrati per un po’ nella pagina 2, finché l’attualità riesce ad entrare nell’asse temporale del grafico.
Invece, qui mostriamo il confronto tra le Regioni relativamente alla mortalità settimanale, per le 3 Aree geografiche e per i periodi 1-2 e 3 della Pandemia.


MORTALITÀ SETTIMANALE NELLE REGIONI