IN TUTTO IL SITO “SCROLLARE” VERSO IL BASSO PER I CONTENUTI PIÙ RECENTI

HOME sezione PANDEMIA COVID-19 sezione EMERGENZA CLIMATICA
RISCALDAMENTO GLOBALE


Rossana Rossanda

(Pola, 23 aprile 1924 - Roma, 20 settembre 2020)


VIDEO

  1. Questa è l’ultima intervista in video di Rossana Rossanda. Fu trasmessa il 26 ottobre 2018 nella trasmissione Propaganda Live, condotta da Diego Bianchi su LA7. Si può leggere anche la trascrizione dell’intervista.


  2. “La compagna di Milano”, un documentario dedicato a Rossana Rossanda e inserito nella serie “italiani” di Rai Storia, è stato realizzato da Giuseppina Rossi e trasmesso da Rai3 il 21 e 22 settembre 2020. Ripercorre brevemente (circa mezz’ora) la vita di Rossana Rossanda e il suo impegno di intellettuale e militante politica.


  3. Volterra - Centro Interculturale di Villa Palagione - 1997
    In occasione di una conferenza dell’Associazione delle donne scienziate democratiche (tedesca, Bund demokratischer Wissenschaftlerinnen), Rossana Rossanda viene intervistata con intelligenza dalla Fondazione Rosa Luxemburg (Berlino), che è il centro studi del Partito della Sinistra (Die Linke); è un documento poco conosciuto, riedito in occasione della morte, nel quale si dispiega l’analisi penetrante e illuminante di Rossana del ruolo dei comunisti tra passato e presente.


  4. RAI - Tribuna elettorale - 1963
    Imperdibile! Un tempo in TV esistevano le “Tribune elettorali”, che andavano in onda prima delle elezioni e ciascun partito aveva la possibilità di gestire in autonomia uno spazio televisivo con una certa durata assegnata. Qui siamo nel 1963, e per il Partito Comunista Italiano siedono intorno ad un tavolo: Umberto Terracini, Giancarlo Pajetta, Rossana Rossanda e Achille Occhetto (durata: 16 minuti).


  5. Roma, piazza Santi Apostoli, 24 settembre 2020.
    Si riuniscono, per un «funerale atipico senza bara e con tanti ricordi», «almeno tre generazioni di compagni e amici in una piazza che più di così, dati i tempi, non poteva riempirsi».
    Scriverà.. Eleonora Martini, sul manifesto del giorno dopo:

    Mancava solo il mare, l’amato mare, a raccontare qualcosa di lei. E forse solo il mare, in cui nuotava per ore da sola perdendosi all’orizzonte, e che è stato l’ultimo (esaudito) desiderio, avrebbe potuto restituire l’intera essenza di una donna che «stava stretta a qualsiasi definizione», che «non era di nessuno», «inappropriabile perché sfuggiva ad ogni identità certificata che ingabbiasse la sua irriducibile singolarità».
    Studiosa famelica di filosofia ancora prima che diventasse «Miranda», partigiana «perché c’è bisogno anche di intervenire», marxista «ortodossa» come amava definirsi, comunista, dirigente politica, organica del Pci e radiata dal Pci, fondatrice del manifesto, letterata, scrittrice, saggista, giornalista. Intellettuale e militante.
    Era tutto questo, Rossana Rossanda, come hanno ricordato i compagni e gli amici, riuniti ieri a Roma, in Piazza Ss. Apostoli, ricostruendo un puzzle lungo un secolo. Una grande storia. Eppure «non apparteneva al Pci, né al manifesto, e neppure alla sinistra italiana. Solo al mondo, perché nel mondo si muoveva e del mondo era curiosa, insaziabile». E non c’è per lei altra definizione che le contenga tutte, altra parola che la rappresenti meglio se non «libera e libertaria».
    «Appassionata sostenitrice dell’assioma marxiano che la libertà di uno vale la libertà di tutti; altro che algida e fredda come chi non la conosceva abbastanza l’ha definita», ricorda Franco Cavalli, medico oncologo e socialista svizzero che di lei, come pure ha fatto Antonio Bassolino, ha evocato la grande generosità dimostrata accompagnando Lucio Magri nel suo ultimo viaggio verso il suicidio assistito in Svizzera: «Loro due insieme – ha raccontato Cavalli – fino all’ultimo secondo hanno discusso del futuro della sinistra italiana».
    Un’immagine potente e struggente insieme, come le tante regalate dal piccolo palco dove campeggiava il bel volto di Rossana Rossanda, per un «funerale atipico senza bara e con tanti ricordi», come lo ha definito Luciana Castellina, che insieme a Filippo Maone e Norma Rangeri ha srotolato il filo della storia, portandoci insieme a Rossanda dal secolo scorso al futuro. (...)
    Una manifestazione (...) che è stata seguita in streaming sul sito e sulla pagina Facebook del manifesto da oltre 70 mila persone, che hanno lasciato centinaia di saluti e commenti.
    Ninetta Zandegiacomi, che insieme a Luciana Castellina e Filippo Maone è tra i soli sopravvissuti del nucleo storico dei fondatori del manifesto, ricorda gli anni «duri, difficili, entusiasmanti ma non proprio belli» della Resistenza, della «lotta per prenderci la libertà, per dare la democrazia a questo Paese». Rossana? «Un tesoro», mormora con gli occhi che le si riempiono di lacrime rispondendo alla domanda della cronista, prima di salire sul palco.
    Rossanda è tanto, troppo per raccontarla. Filippo Maone parla dell’«attrattiva che ha esercitato su diverse generazioni», dovuta ad «un’energia interiore» e ad una «spiccata sensibilità artistica» che l’ha fatta diventare punto di riferimento per «una straordinaria moltitudine, sua figliolanza». Anche se lei, che figli non ne ha avuti, forse non ne era consapevole.
    Rossanda è la dirigente che al Pci ha dato un punto di vista culturale altissimo, «una rivoluzionaria che ha fatto onore al comunismo che altri hanno infangato», nelle parole di Aldo Tortorella. Il contrario del fanatismo, nessun dogma da propinare.
    Il suo insegnamento, sottolinea Emanuele Macaluso, è ancora materia prima per le nuove generazioni. «La sua vita – per Fabio Mussi – è un monumento politico che le è valso il rispetto anche degli avversari».
    (...) Ida Dominijanni ha ricordato la «vita da incanto» vissuta da RR, come la chiamavamo a volte in redazione, noi che in via Tomacelli siamo arrivati per ultimi, la sua «sensorialità per l’arte, il cinema», la musica, la danza…
    «Sfuggiva ad ogni identità certificata», ricorda Dominijanni che aggiunge: «Niente è comprensibile nel suo essere, al di fuori della passione per la libertà. Per lei “quotidiano comunista” voleva dire il contrario dell’ideologia, del conformismo, dell’autoritarismo».
    Amava i giovani e aveva profonda sorellanza per le donne, testimonia Maria Luisa Boccia. «Era una comunista a cui non piaceva né obbedire né mentire», aggiunge Ginevra Bompiani. Il giovane amico Stefano Iannillo ricorda come «a volte, anche negli ultimi mesi della sua vita, sembrava che passasse le giornate in giro, a conversare con gli operai e gli studenti».
    E Gabriele Polo, che del manifesto è stato direttore, ricorda che «ci ha insegnato la categoria politica dell’accoglienza», a «far parte di una comunità senza essere settari. Un insegnamento che forse siamo ancora in tempo a mettere in pratica».
    Perché Rossana è anche il nostro futuro.

    Qui vogliamo mostrare due interventi, tra quelli che si sono susseguiti sul palco di piazza Santi Apostoli, per un motivo: si tratta di due amici e compagni e uno ci è particolarmente caro; ..ci hanno lasciato, il primo, all’inizio del 2021 e il secondo nell’ultimo giorno del 2022. Cominciamo dal secondo, più giovane, il «ragazzo» del manifesto, Filippo Maone, morto il 31 dicembre del 2022 (leggi l’articolo di Tommaso Di Francesco):

    E poi il primo dei due, Emanuele Macaluso, sul palco a 96 anni, e poi morto 4 mesi dopo questo intervento, il 19 gennaio del 2021:

    Questo è in realtà un omaggio al vecchio dirigente comunista, iscritto clandestinamente nel 1941 a 17 anni al Partito Comunista d’Italia, «senza aver letto Marx, senza sapere chi fosse Gramsci, spinto solo dalla speranza di libertà dal fascismo», sindacalista e poi deputato regionale in Sicilia dal 1951 al 1962 e parlamentare nazionale dal 1963 fino al 1992.

AUDIO e SCRITTO

  1. Radio3 ha dedicato a Rossana una puntata della trasmissione La grande Radio il 27 settembre 2020:
       “Ricordo di Rossana Rossanda”.
    Sono 5 pezzi brevi, montati insieme, da 4 trasmissioni dal 1979 al 2003 e collegati da brani musicali. Vale veramente la pena ascoltare questi 45 minuti della trasmissione e questa che segue è la sua presentazione dal sito di Radio3:

    Il ruolo delle donne nella Resistenza, la parola rivoluzione, le donne e la rivoluzione. Sono alcuni dei temi affrontati da Rossana Rossanda nel 1979 nel programma “Noi, voi, loro donna” (a cura di Licia Conte), un ciclo dedicato alle “parole della politica”. Ogni martedì Rossana Rossanda proponeva il frutto del suo confronto con queste parole. “Viaggio di ritorno – Grande è il disordine sotto il cielo” (1985, a cura di Grazia Levi) è un cammino attraverso le idee e i libri degli anni 70. Federico De Melis e Roberto Andreotti dialogano con Rossana Rossanda nel programma “I luoghi della vita”, in onda nel 2003. In “Pomeriggio musicale” (1982) un interessante dialogo tra Rossana Rossanda e Paolo Terni su alcuni brani musicali, dalla Norma e dal Don Giovanni.


  2. Il documento più interessante che abbiamo avuto modo di leggere, fra i tanti pubblicati da giornali e riviste nei giorni successivi alla morte di Rossana, è una bella intervista di Marco D’Eramo, storico collaboratore de il Manifesto, che era uscita su MicroMega N°2 del 2017. È stata ritrovata da Pietro Santorelli. Eccola.




QUESTO SPAZIO VERRÀ UTILIZZATO
PER FAR CONOSCERE ALCUNE DONNE
MENO NOTE DI ROSSANA...

...ad esempio Agitu Ideo Gudeta: